ROSALBA MIAZZA
Rosalba Miazza
Gioco della carta – impalpabile
Licita – saccente
Presenza al tavolo – sostenuta
Simpatia – riservata
Nel bridge moderno i tempi di apprendimento assumono un valore molto relativo, anche perché si hanno più possibilità di giocare vista la diffusione del gioco. Rosalba ad esempio gioca da appena cinque anni, così dice lei con un certo orgoglio, ma pochi dimostrano di crederle. Anche perché pare che siano cinque anni che ripete quella data che per lei è motivo di orgoglio. Molti pensano infatti che sia al contrario una neofita del gioco. Per suffragare questa sua affermazione si presenta sempre dicendo che lei gioca la Puppet già da un paio d’anni e giocherebbe anche il sistema Precision se solo trovasse un compagno adatto.
Quasi sempre se la prende quando non viene creduta, vuole distinguersi, dice che si è molto applicata, che sta ancora bruciando le tappe, che ha avuto dei buoni maestri, di quelli iscritti all’albo, che ha sempre giocato con giocatori forti, che è sassarese. Non sarò io a dubitare, di lei, di te anzi, ci credo che sei di Sassari, ma non basta per parificarti a Cossu Rocca. Lo dico con cognizione di causa, perché le sono stato compagno in qualche torneo, che ho cercato di diradare per rendere meno traumatico il distacco, visto che stava cominciando a dubitare di me per un qui pro quo che abbiamo avuto sull’appoggio a salto. A parte il fatto che il salto non riesco più a farlo e non mi sono appoggiato, l’ho solo sfiorata.
Insomma discutono perché lei pretende di sembrare esperta, nel senso di statura tecnica, gli altri invece non le pretendono niente. Cosa ne penso io? Mi cogliete di sorpresa, non saprei, ma di una cosa sono sicuro e non è opinabile: è sassarese.
Boassa punta molto su di lei e infatti ha già vinto parecchie puntate e scommesse varie prevedendo che sarebbe arrivata negli ultimi posti. L’essere medico le dà un bagaglio di conoscenze che le infondono una sicurezza che a bridge però non corrisponde necessariamente a una forza. Spesso prende cantonate pensando che il compagno o la compagna abbia un brutto colore, che lei chiama anche genericamente anemia, e invece è solo sguarnito, e se uno ha una brutta mano, gli dice che è sempre meglio passare, ma da lei, per un controllo accurato, non si sa mai.
Vista al tavolo potrebbe sembrare esile, quasi assente, impalpabile, un fuscello in balìa delle intemperie, una canna al vento, ma attenti, è solo un’impressione, in realtà è donna ben strutturata, tosta, risoluta, non le importa di essere antipatica e con lei non esiste concessione di undo o rettifiche.
Il suo sogno è di realizzare nel tempo una fucina di campioni sassaresi, ma Cossu Rocca teme di ripetere i disastri dei tonaresi.
Prossimo appuntamento con...
FRANCO PONTI