BETTY FORTUNA
Fortuna Elisabetta
Gioco della carta – Arcigno
Licita – meditata
Presenza al tavolo – femminile
Simpatia – invitante
All’apparenza eterea e fragile, è un po’ l’Eleonora Duse del bridge sardo, la Greta Garbo del tavolo di gioco, L’Eleonora Rossi Drago della scena, capace sia di grandi interpretazioni sofferte con empiti da cinema muto quando è il suo compagno che sta giocando una mano anche qualsiasi, e drammi da arena quando viene contrata impudentemente, anche se questa è una situazione che fa parte della inevitabile democratizzazione del bridge moderno.
Una impressione fugace però: vi rendete conto immediatamente della sua forza, anche interiore, quando sta seduta regalmente al tavolo, valuta il ventaglio delle carte ed esprime la sua inappuntabile tecnica licitando con buona dizione un semplice numero da uno a sette e un seme anche non nobile. Se non lo avvertite ad una prima impressione, perché siete abituati alle licite sbarazzine di una Francesca Fadda, o una meditata della Petter, osservatela attentamente, indugiate su di lei in tutta la lunghezza delle sue gambe, ne vale la pena anche per altri motivi che scoprirete, altrimenti dedicatevi al burraco o accettate di giocare per due ore con Angelino Attene e sentirlo discettare di bridge.
Il suo fenomeno, in senso etimologico, la sua diafanìa potremmo chiamarla nel suo caso, si mostra nella sua piena evidenza quando è in coppia con Giorgio Scano, praticamente il suo mentore, per invidia o per gelosia non gli concedo la qualifica di essere il suo scopritore, e questo succede specie quando gioca lui la mano e lei ne approfitta per mettere in mostra le sue indubbie doti critiche. Le parti non si invertono quando a giocare è lei.
Nelle inevitabili discussioni che ne conseguono di solito ha ragione lei, almeno nelle fasi iniziali, Giorgio è un signore, lo fa con tutte, ma quasi sempre in seguito, se lo lascia parlare, ha ragione lui, misteri del bridge. Per fortuna si danno il turno e quindi molto dipende da chi parla per primo. Praticamente è l’unica situazione in cui Giorgio si accontenti del secondo posto. Solo che lei è molto più dura nei modi, direi precipitosa, cambia anche voce, sembra una tedesca, e in più lo chiama sempre freddamente Giorgio, mentre lui usa una gamma variata di Betty, Bettina, cara, honey, tesoro, una volta ciccina, sempre nel tentativo inutile di addolcirla.
Anche lei un tempo è stata bambina, anche se è difficile immaginarla cotale. Pare non abbia mai giocato con le bambole, ma coi finali a doppio squeeze.
Prossimo appuntamento con...
GIORGIO SCANO