Gioco della carta – Nipponico
Licita – azzardata
Presenza al tavolo – os
Simpatia – fidatevi
Vanta un grande passato sportivo con vari titoli italiani e buona partecipazione agli europei, che gli ha permesso di riempire la casa e arredarla di trofei e coppe che la moglie pulisce con orgoglio. Ha un grande futuro bridgistico che fortunatamente non gli ha complicato l’arredamento. Tutti vantano le lezioni di grandi maestri, Gavi Zedda, Di Tucci, Cugurullo, Attene, lui proviene dalla scuola del bar Ragno e sta cercando di liberarsene, purtroppo senza fretta alcuna. In questo non lo aiutano Nonnis e Contu, suoi abituali compagni.
L’unica differenza che ha notato è che al bar Ragno fumavano tutti, adesso nessuno ed è convinto che ciò sia dovuto al fatto che Giorgio Scano non volesse. In effetti non voleva neanche prima ma lo lasciavano perdere, mentre adesso lo lasciano vincere, parlo di Giorgio.
Gianfranco è giocatore molto competitivo, sempre concentrato, ma pronto alla battuta anche irridente, o che sembra tale, ma non è mai cattiva: “Però chiamale sei”, quando gli avversari hanno sbagliato attacco. In effetti ha i tratti del giocatore competitivo uniti al gusto fanciullesco per il gioco, sperimentato nella bolgia umana del bar Ragno. Un mix non così facile da reperire e nel bridge difficilmente conservabile.
Essendo abituato al realismo sportivo e conoscendo le dinamiche dell’apprendimento di una qualsiasi disciplina, ammette subito gli errori, non se li nasconde, non ha pura di concessioni e per questo prevedo che migliorerà anche se gioca con Renato, che sbaglia sempre e solo il giorno dopo e sempre per motivi indipendenti dalla tecnica.
Ha una caratteristica che lo connota quando gioca a Real bridge: gioca ogni volta col televisore acceso, per il cane, e non può spegnerlo, dice, perché abbaia. Quando gli chiedono se quel chiasso che si sente dipenda da lui risponde educato ogni volta come se fosse la prima volta “Sì, è da me, perché? disturba?” - “Veda lei” – “Non la sto guardando, la tengo accesa per il cane” – “Può spegnere per favore?”. E lui l’accontenta, il cane però, infatti abbassa il televisore, non l’ha mai spento del tutto e spesso invece che all’asta licitativa devo assistere all’asta al ribasso sonoro. Una volta gli hanno chiesto “è lei che ha il televisore?” e lui ha risposto “Come tutti, perché?” – “Può spegnerlo?”. Ormai sono diventati siparietti inevitabili e lui viene identificato anche in continente come quello del televisore acceso. E dire che gli piace giocare di notte, altrimenti deve sorbirsi due ore di televisione.
Adesso lo sapete anche voi e se lo incontrate su Real bridge non perdete tempo a provarci.
Prossimo appuntamento con